23 gennaio – Anniversario della Comunità Pastorale


DOMENICA 23 GENNAIO

FESTA DELLA COMUNITÀ PASTORALE SAN PAOLO

(14° anniversario di istituzione)

 

 

in Basilica 

10.00 S. Messa solenne nella Festa della Conversione dell’Apostolo Paolo

16.00 Vespri solenni in onore di San Paolo

 

La Comunità civile (autorità civili, militari, impegnati politicamente nell’amministrazione dei beni pubblici e nell’ambito sociale) è invitata ai Vespri solenni presieduti da don Sergio Stevan, Parroco e Responsabile della Comunità Pastorale.

Saranno presenti i membri della Diaconia, del Consiglio Pastorale e Affari economici della Comunità Pastorale.

 

  • Offerta tradizionale della cera da parte del Signor Sindaco Marco Citterio.
  • Alle autorità e ai responsabili dei vari gruppi il Parroco consegnerà il testo del Discorso di Sant’Ambrogio 2021 «… Con gentilezza» di Sua Ecc.za Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano

Tutti i fedeli della Comunità Pastorale sono invitati

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L’omelia di don Sergio

Giussano, 23 gennaio 2022
Discorso alla città

 

 

AMMINISTRARE: UN TEMPO PER SERVIRE L’UOMO

Nella festa della Conversione dell’apostolo Paolo, nostro patrono, è divenuto tradizione l’incontro tra la Comunità pastorale e la Comunità civile.
Con le medesime parole del nostro Arcivescovo, Mons. Mario Delpini, in occasione del Discorso alla Città per l’ultima solennità di Sant’Ambrogio di cui anche quest’anno desidero farvi dono, mi introduco anch’io, rivolgendomi a voi:

«Ringrazio coloro che si sono resi disponibili per ruoli amministrativi: i sindaci -saluto il Signor Sindaco, Marco Citterio e lo ringrazio per l’offerta della cera destinata ad alimentare la ‘Lampada dei malati fisici e spirituali’, – i funzionari della pubblica amministrazione, le forze dell’ordine, tutti coloro che dirigono le nostre istituzioni.
Saluto e ringrazio il Cav. Fabrizio Sala della Regione Lombardia che anche quest’anno, nonostante i suoi numerosi impegni, ha voluto essere presente a questo nostro incontro.
In particolare, saluto e ringrazio il Signor Gianni Barzaghi, Presidente della Confartigianato di Monza e Brianza, e il Dr. Sabino Illuzzi, Responsabile della Commissione socio-politica della nostra Zona pastorale.
Ringrazio il popolo innumerevole dei volontari che dedicano tempo, competenze, passione per aiutare le persone fragili, per tenere vive iniziative e istituzioni educative, le attività sportive, le proposte culturali.
Ringrazio il popolo numerosissimo che si dedica all’ascolto e alle risposte al bisogno, che anima e sostiene le iniziative di carità.
Ringrazio tutti coloro che vivono con onestà, impegno, fiducia i rapporti ordinari e che contribuiscono a dare della nostra città e del nostro territorio l’immagine di una società in cui è possibile una vita buona».

IL TEMPO: DONO PREZIOSO

Oggi in particolare è necessario riconoscere e ridare valore e dignità a chi ha responsabilità verso la civitas, verso l’ordine pubblico, verso l’amministrazione di una realtà sociale complessa e in trasformazione. Credo che siamo tutti convinti che il servizio per una buona convivenza e per una buona amministrazione della cosa pubblica sia un’opportunità preziosa per recuperare fiducia e favorire un cammino comune in cui si lavora insieme.
Per questi motivi desidero esprimere a tutti voi una parola di incoraggiamento e di speranza perché insieme, con spirito di collaborazione, possiamo alzare il nostro sguardo ed aiutarci a non soffermarci esclusivamente sugli aspetti difficili e problematici del servizio.
Viviamo ancora nel tempo della pandemia. Veniamo da anni faticosi per tutti. Le urgenze crescono di giorno in giorno. Il tempo sembra non bastare mai.
Le frasi che ripetiamo più spesso sono: ‘Non ho tempo’ e ‘Se solo ne avessi il tempo!’, con una vena di frustrazione e malinconia.
Gli impegni spesso ci rendono schiavi di un’agenda implacabile e tiranna che assomiglia più a una tabella di marcia che ad un semplice promemoria.
Le nostre giornate sono piene di cose da fare, scadenze da rispettare, programmi che si susseguono a ritmo serrato, senza un attimo di respiro, e così fatichiamo a trovare un momento da dedicare a Dio, agli altri, a noi stessi.
L’uomo di oggi è spesso preda di due eccessi: o è completamente succube del tempo, che sembra comandare la sua vita e scandirne ogni momento in maniera prestabilita; oppure al contrario vaga senza una meta precisa, vivendo alla giornata, nel non-senso, nella perdita di tempo, nella lentezza, nella vacuità.
Ma, d’altro canto, chi rispetta fedelmente la tabella di marcia a volte corre il rischio di irrigidirsi, di divenire inflessibile, distante dagli affetti e da chi cerca di entrare in relazione con lui.
Come diventa importante impiegare il tempo non in maniera casuale, ma indirizzarlo sempre ad occupazioni precise, per non essere schiavi del tempo, delle circostanze, degli impegni, delle attese degli altri.

LE CINQUE PRIORITÀ

Spesso non sappiamo a chi o cosa dare priorità o, pur avendo maturato questa consapevolezza, finiamo per dare precedenza a situazioni secondarie rispetto a ciò che diventa necessario.
Non è semplice conciliare tutto, ma, se lo vogliamo, possiamo mettere ordine nella nostra vita, stabilendo alcune priorità.
Contemplando la vita di Gesù, riflessa nella vita dell’apostolo Paolo, mi piacerebbe proporne cinque.

La prima priorità: l’attenzione agli ultimi

Gesù dedicava molto tempo agli ammalati. Nei Vangeli non capita mai di leggere che si sia rifiutato di avvicinarli e di guarirli per mancanza di tempo.
Il Papa ha detto recentemente in una udienza: «La pandemia ha messo in risalto quanto siamo tutti vulnerabili e interconnessi. Se non ci prendiamo cura l’uno dell’altro, a partire dagli ultimi, da coloro che sono maggiormente colpiti, incluso il creato, non possiamo guarire il mondo».
Credo che questa sia una reale priorità per una comunità, per una città: l’attenzione agli ultimi, ai poveri, alla gente semplice.

La seconda priorità: collaboratori della Verità

«Solo se la verità e l’amore sono in accordo, l’uomo può essere felice: solo la verità rende liberi», scrive Benedetto XVI.
La mentalità odierna spesso considera amore e verità come contrapposti, collegando la libertà unicamente all’amore, ma non alla verità. In Gesù, invece, si avvera la profezia del salmista il quale scriveva: «Amore e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno» (Sl 85, 11).
Amore e verità hanno bisogno l’uno dell’altra e si nutrono talmente l’uno dell’altra che: «L’amore, senza la verità, diviene cieco e si trasforma in caricatura di se stesso, la verità senza l’amore diviene crudele e perde la sua stessa natura»(Benedetto XVI). Questo amore, tuttavia, non è qualcosa di comodo e a buon mercato, ma esige da noi un’apertura alla sua verità, che è impegnativa.
La verità deve emergere sempre di più nel nostro vissuto, nei mezzi di comunicazione sociale, nelle scelte e nei rapporti con gli altri.

La terza priorità: l’incontro

La terza priorità rimanda agli incontri, ai dialoghi e alle conversazioni di Gesù con le persone che lo ascoltavano e lo seguivano.
Utilizzando le categorie psicologiche, possiamo dire che Gesù prediligeva la relazione pastorale primaria dell’incontro diretto.
Prima di ogni progetto, di ogni scadenza, di organizzazione, ciò che conta è l’incontro personale con chi ci sta accanto, con chi ci sta davanti.
È guardare con «sentimento che ti fissa su una persona; che fa di quella persona un mondo, anche se la si è incontrata una sola volta, anche se è solo un bambino» (San Paolo VI).

La quarta priorità: la preghiera

Gesù si svegliava molto presto e si ritirava in luoghi deserti per pregare.
Gesù, a differenza nostra, non pregava solo quando ne aveva la possibilità, ma al contrario la preghiera scandiva il suo tempo, perché rappresentava per Lui un appuntamento fondamentale e un’occasione di dialogo con il Padre.
Sorge dunque la domanda: la preghiera è per noi un momento veramente importante a cui dare spazio durante la giornata, oppure la consideriamo un impegno legato alle feste religiose più importanti o, peggio, ai momenti di grave e urgente bisogno?

La quinta priorità: l’amicizia

La quinta priorità di Gesù è il suo trattenersi con gli amici, offrendo tempo all’ascolto, alla condivisione, al vivere insieme.
‘Cittadinanza’, ‘amicizia’, ‘comunità’, sono parole chiave che dovrebbero orientare il nostro tempo. Parole che rischiano di cadere talvolta nell’appello retorico, puramente sentimentale a ‘fare del bene’.
«Il gratuito – scriveva il Card. Angelo Scola – non è ciò che è ‘gratis’. In una polis e nelle comunità che la compongono, gratuità significa pensare, fare, realizzare un’opera perché è buona in sé, perché è bella in sé, anteponendo il suo valore oggettivo all’utile o all’interesse che se ne può ricavare. L’utile e l’interesse hanno certo la loro importanza, ma prima viene la cosa in sé».
L’amicizia civica esprime questo primato del bene e richiede il senso della gratuità e l’esigenza di farsi carico degli altri, di prendersi cura. Tutto questo per i cristiani significa non separare la fede dalla vita, ma illuminare la vita con la luce della fede.

Distinte autorità,
cari fratelli e sorelle nel Signore,
la tensione all’ideale del bene comune e l’impegno per la cura della comunità non sono un’utopia, ma sono responsabilità e premessa nel mettere in primo piano il bene della nostra città, sapendo che il bene comune è più importante degli interessi personali.
Un nuovo anno è come un viaggio: con la luce e la grazia di Dio, possa essere un cammino di pace per ciascuno di noi, per ogni famiglia, per la nostra intera ed amata città.

don SERGIO STEVAN
Parroco
Responsabile della Comunità pastorale San Paolo

 

Omelia alla Comunità civile 2022